Stabilire il proprio compenso è complicato, soprattutto se si è un freelance alle prime armi. Spesso si teme di chiedere troppo poco al committente o, viceversa, di esagerare proponendo un prezzo alto. La paura di non essere all’altezza della concorrenza è legittima; ma non temere: possiamo indicarti delle soluzioni concrete per calcolare la tariffa più adeguata alla tua professionalità.
Il tempo incide sulla tariffa
Fare una stima delle ore di lavoro da dedicare al committente rende più facile concordare una tariffa. Ovviamente non esiste la palla di vetro, ma puoi usare tool online per freelance, come TOGGL, che permettono di tenere traccia di quanto tempo si dedica ad ogni singola commessa.
Partiamo dal preventivo da fornire al cliente: qui infatti andrai a indicare la data di consegna del lavoro ultimato, rendendo chiare le modalità di svolgimento della prestazione. Per redigerlo può essere d’aiuto un software gestionale come Paciolo, con cui è possibile formulare documenti digitali da condividere con i clienti, trasformando comodamente il preventivo in fattura elettronica.
Come si fa a stabilire una tariffa congrua? Se i clienti esigono la consegna di un progetto in tempi stretti, il compenso da ricevere non può essere uguale a quando si ha a disposizione maggiore flessibilità: gli altri incarichi e la nostra vita privata indubbiamente ne risentiranno!
L’istituto britannico Low Pay Commission, che si occupa di consulenze nel mondo del lavoro, ha recentemente offerto una soluzione a questo dilemma diffondendo un modello di calcolo della tariffa minima di lavoro per freelance. La formula consiglia i seguenti passaggi:
- Identifica il numero di prestazioni che riesci a realizzare in un’ora;
- Associa alla somma di queste prestazioni un valore economico unitario minimo, per esempio basandoti sui compensi ordinari del settore.
- Dividi questo valore per il numero delle prestazioni effettivamente fornite al cliente in un ora;
- Calcola la fretta nello svolgimento del lavoro e il rischio d’impresa, aumentando del 25% la cifra ricavata nel passaggio precedente.
A questo punto avrai ottenuto un’offerta base che tiene conto che le ore a disposizione sono limitate. Come si suol dire il tempo è denaro!
Cosa tenere presente nella tariffa da proporre al cliente
Fatte queste premesse, per definire un’offerta val la pena calcolare anche una tariffa oraria minima che considera non solo il tempo messo a disposizione ma anche le tasse e i contributi da versare allo Stato e alla Gestione Separata INPS. È importante infatti identificare il valore netto di quanto andremo a percepire.
Calcoliamo una stima del numero annuo di ore per l’erogazione dei servizi o la vendita di beni: il tempo impiegato in una settimana per attività collaterali (contabilità, rapporto con i clienti, ecc.) va detratto dalle ore totali di lavoro in quei sette giorni. Dunque:
- (ore totali di lavoro in una settimana) – (ore dedicate ad attività collaterali) = ore effettive di lavoro in una settimana
- (ore effettive di lavoro in una settimana) x (numero di settimane in un anno solare, ossia 52) = numero di ore di lavoro effettivo in un anno
Questo risultato ci aiuterà a stabilire il prezzo che pensiamo di proporre al cliente.
Non dimenticare di considerare nella trattativa anche i rimborsi spesa per vitto e alloggio! Molti freelance lavorano da casa, ma può capire di dover viaggiare per conto del cliente. L’ideale sarebbe far prenotare direttamente al cliente almeno mezzi di trasporto e hotel, così da evitare grattacapi. Infatti se sei tu a dover sostenere costi che saranno poi rimborsati dal cliente, questi saranno rimborsati prenderanno valore di compenso e potrai detrarli dalle tasse solo nella misura del 75%. Potreste quindi concordare in fattura un “bonus” per coprire eventuali spese del genere, senza quindi impelagarvi in complicate operazioni di rimborsi.
Consigli per essere competitivi
Seguendo le formule, potrai identificare la tariffa oraria minima, comprensiva di tutto, da applicare con i clienti. Ovviamente sono consigli indicativi, perché il costo di una prestazione può variare in base al tipo di situazione: è consigliabile per esempio proporre un prezzo agevolato, forfettario, quando l’incarico è duraturo; mentre, se è richiesta una consulenza molto specialistica, è giusto che i servizi vengano pagati di più perché quello che stiamo offrendo non facilmente reperibile sul mercato.
Prima di stabilire il prezzo base da proporre al cliente, potresti anche condurre un’indagine sul compenso che potresti percepire annualmente se svolgessi la medesima attività da dipendente di un’azienda, magari osservando offerte di lavoro o sostenendo colloqui per avere le idee più chiare. E poiché l’unione fa la forza, alcuni gruppi o canali sui social media consentono lo scambio di informazioni tra professionisti dello stesso settore.
Al di là delle tariffe, uno stratagemma sempre valido per ottenere più commesse è quello di abbassare il preventivo proponendo al cliente uno sconto, magari a fronte di un pagamento in anticipo o il versamento di un acconto. Prendilo come un sacrificio necessario per farti conoscere ed essere più competitivo sul mercato!